Milano Digital Week 2025 – Visione e Riflessioni
La Milano Digital Week 2025 si è presentata come un laboratorio diffuso di innovazione, un mosaico di esperienze che hanno mostrato quanto la trasformazione digitale non sia più un esercizio teorico, ma una leva strategica capace di incidere concretamente su economia, cultura e società.
Ho attraversato momenti contrastanti: dall’efficienza dei player strutturati come Eudata, che adottano modelli di business trasparenti in cui l’infrastruttura e i costi computazionali sono interamente a carico del cliente, fino alle cancellazioni improvvise di eventi causate da scioperi e proteste, che hanno mostrato come anche un ecosistema tecnologico avanzato resti vulnerabile alla complessità del contesto reale.
In questo scenario, ho potuto osservare due dinamiche complementari. Da un lato, la Milano che vuole posizionarsi come capitale dell’IA e dell’innovazione, con workshop verticali, sperimentazioni di AI conversazionale, e modelli operativi capaci di ridefinire interi settori. Dall’altro, la Milano imperfetta, fatta di sale semivuote, improvvisazioni logistiche e momenti in cui la retorica ha superato i contenuti. Una dicotomia che in realtà rappresenta la verità stessa dell’innovazione: non lineare, non impeccabile, ma viva e dinamica.
Quel tocco “umano”

Esperienze come il workshop LegoSeriousPlay hanno riportato l’attenzione sull’aspetto umano dell’innovazione: tradurre in costruzione simbolica i tratti del ‘collega indesiderato‘ – rigido, monocromatico, ma con un tocco eccentrico – è stato un modo per riflettere su quanto la creatività e la collaborazione restino pilastri imprescindibili, anche nell’era dell’intelligenza artificiale. Parallelamente, al Salone del Franchising, ho toccato con mano la curiosità di operatori che non avevano ancora esplorato le potenzialità di strumenti come Masterbot e HubSpot. È qui che si percepisce l’urgenza: democratizzare tecnologie complesse, renderle accessibili e generare valore immediato.
Il confronto implicito con la Torino Tech Week (puoi approfondire con il racconto della collega Giusy Giarracca), che in contemporanea ospitava voci come Ursula von der Leyen e Jeff Bezos, ci ricorda che l’innovazione è un’orchestra globale: mentre a Milano ci si misura con modelli applicativi e sperimentali, altrove si definiscono le traiettorie macro di un futuro fatto di mobilità autonoma, intelligenza artificiale ubiqua ed esplorazione spaziale. Non esiste un unico baricentro: l’innovazione vive di poli multipli e di contaminazioni continue.
Infine, il contesto politico e sociale non può essere ignorato. Le proteste Pro-Gaza che hanno attraversato la città nei giorni della Digital Week hanno ricordato che ogni tecnologia è figlia del proprio tempo e si sviluppa in un tessuto sociale complesso, fatto di conflitti, contraddizioni ma anche di aspirazioni universali. Il messaggio che resta è semplice e insieme rivoluzionario: possiamo progettare algoritmi sempre più sofisticati, ma se non manteniamo al centro l’essere umano e il valore della pace, ogni progresso sarà sterile.
Conclusioni
La Milano Digital Week 2025 mi lascia questa convinzione: il futuro appartiene a chi sa unire rigore tecnico e visione etica, a chi non si limita a usare la tecnologia come strumento, ma la riconosce come linguaggio per costruire ponti, creare fiducia e generare impatto reale. Non si tratta di essere pro-IA o contro-IA, ma di essere pro-umanità. Sempre.
Chi sono
Rosario Salanitri è fondatore di MASTERBOSSITALIA, esperto di CRM, omnicanalità e intelligenza artificiale. Visionario e concreto al tempo stesso, guida le imprese nella trasformazione digitale con approccio plug & play, mettendo ordine nei dati e costruendo strategie scalabili. Il suo codice personale: unire rigore tecnico, leadership e umanità per lasciare un impatto duraturo.